A prescindere da tutto. Dalla categoria, da delusioni piccole e grandi, dagli avversari e dal tempo. Il popolo del Genoa ama visceralmente i suoi colori: non è uno slogan curvaiolo né tantomeno propaganda da marketing spicciolo. E’ piuttosto il messaggio di numeri nudi e crudi, indiscutibili e assoluti testimoni di una fede aggiornata e confermata coi fatti di una campagna abbonamenti, la prima dopo 15 anni di serie A, che esalta tutto ciò che è Grifone.
Ai primi di agosto le tessere vendute superano quota 16.000, un dato esaltante, che pone il club primo tra i cadetti e addirittura ottavo comprendendo anche la massima categoria, dietro soltanto a colossi che possono contare su bacini geografici decisamente più ampi.
Questo “16.000” in incremento rappresenta un quadro d’autore, amplificato dal recente passato: non certo una stagione conclusa raggiungendo un posto in Europa, non certo caratterizzata da chissà quali risultati. Tutto il contrario. Qui si è retrocessi e adesso la realtà si chiama serie B. Non accadeva dal 2007.
La sensazione che si respira è quella della compattezza. Compattezza, dopo il cambio di proprietà, peraltro già collaudata ed esaltata in mesi invernali e primaverili che hanno messo a dura prova la pazienza di chi ha il rossoblu nel cuore.
A furia di risultati da urlo (di disperazione), di gol presi (tanti, troppi) e fatti (pochissimi), col condimento di prestazioni all’insegna del “vorrei ma proprio non posso”, probabilmente in quasi tutte le altre piazze d’Italia l’appeal sarebbe sceso o addirittura crollato. All’ultimo, disgraziato campionato, vanno aggiunte tante salvezze risicate, senza gloria, con l’obbligo di ritornare ai tempi di Gasperini per sottolineare una squadra meritevole di essere ricordata per estetica, divertimento e risultati.
Qui la tendenza va nella direzione opposta. Durerà a prescindere dai risultati? La risposta, affermativa, arriva da una storia in cui il Genoa mai è stato lasciato solo, nemmeno di fronte ai risultati più modesti. Un plauso speciale va ai tifosi di una certa età, che con orgoglio e costanza stanno trasmettendo la passione a nuove leve ben liete di farsi coinvolgere e di raccogliere il testimone.
Detto questo, e premesso che Marassi sarà animato e colorato al di là di quello che succederà sul campo, la palla (bollente) adesso passa tra i piedi della società e della squadra. L’apertura di credito della gente è sconfinata, capace di spingersi ben oltre i limiti del commovente. Ma prima o poi, meglio prima che poi, tutto questo affetto andrà ripagato con partite da Grifone, con campionati da Genoa. Senza se e senza ma. Siete pronti voi frequentatori della stanza dei bottoni e del campo?
Abbonamenti – Top 20 tra serie A e B
(dati aggiornati al 2 agosto)
1) Inter 41.000
2) Milan 40.000
3) Roma 36.000
4) Juventus e Lazio 20.200
6) Fiorentina 19.000
7) Lecce 18.400
8) Genoa 16.000
9) Atalanta 12.700
10) Sampdoria 12.100
11) Bologna 12.000
12) Udinese 10.500
13) Verona 10.000
14) Palermo 9.000
15) Benevento 7.000
16) Salernitana 6.100
17) Parma, Bari, Modena 5.000
20) Empoli – 3.900
Nb – In serie A Napoli, Torino e Sassuolo dati non comunicati.