La Hall of fame del Genoa è un progetto ideato dalla Fondazione Genoa per valorizzare il patrimonio storico del club più antico d’Italia. Nel 2013, in occasione del centoventesimo compleanno del Grifone, la Fondazione Genoa ha indetto una votazione per scegliere l’ipotetica formazione con i migliori giocatori di tutti i tempi. L’intento è quello di creare, prendendo ispirazione da quanto avviene nello sport statunitense, una lista di calciatori che si sono particolarmente distinti nella storia del Genoa.
Ne fanno parte volti storici del club rossoblù: i vincitori dei primi scudetti, i giocatori di maggiore classe che hanno vestito la gloriosa maglia del Genoa e quelli che sono stati più amati dai tifosi.
Le cinque fasi di voto hanno coinvolto oltre 20.000 persone ed hanno portato la Giuria di qualità a scegliere i vincitori finali, schierati nel modulo 4-3-3.
Ecco chi sono i prescelti della top 11 del Genoa, dal 1893 ad oggi:
Arriva alla corte di Garbutt nel 1921. Titolare inamovibile nell’ottavo e nono scudetto del Grifone, celebre fu il suo rifiuto al trasferimento alla Juventus, quando dichiarò di essere genoano e di non poter giocare in altre squadre. Diciannove presenze in nazionale ed un bronzo olimpico ad Amsterdam 1928 per lui, che rimarrà uno dei giocatori più amati della storia ultracentenaria del Grifone.
Indimenticabile bandiera del Genoa: Ottavio Barbieri esordì in partite ufficiali sotto la guida di William Garbutt e fu protagonista nella squadra che vinse i campionati del 1923 e 1924. Capitano del Genoa, trascinatore, un esempio per tutti gli altri giocatori in campo, tanto che il suo nome fu scelto per intitolare il club dei tifosi che “ereditò” le sorti della mitica Fossa dei Grifoni.
Vincenzino, protagonista degli anni di Scoglio e Bagnoli e bandiera del Genoa nei successivi anni meno felici, è arrivato a un soffio dal record di presenze. Quindici anni da giocatore in maglia rossoblù, di cui è stato anche capitano. Suscitò qualche polemica la decisione della società di non prolungare il contratto di un anno nel 2000, che gli impedì di battere il record di Becattini.
Nell’estate del 1988 l’allenatore Franco Scoglio dichiara spavaldo “se arriva Signorini vado in A con 50 punti”. Signorini arriverà e il Genoa sarà promosso con 51 punti. Capitano del Genoa di Bagnoli che arrivò a un passo dalla finale di Coppa Uefa nel 1992, si ritirerà nel 1995, dopo la retrocessione in B. Amatissimo da tutti i tifosi genoani, grande lottatore, muore nel 2002 dopo una lunga battaglia contro la SLA e la sua maglia n.6 viene ritirata.
Nel 1990 il Genoa lo acquista dal Porto. Il laterale sinistro brasiliano entrerà presto nel cuore dei tifosi grazie alle sue micidiali punizioni. Tra le più belle quella decisiva nel derby del 1990, quella contro la Juventus che sancì la qualificazione del Genoa alla Coppa Uefa e quella nei quarti di finale di andata della Coppa Uefa contro il Liverpool, che spianò al Grifone la strada.
È il recordman di presenze in rossoblù. Centrocampista di corsa e fatica, arriva al Genoa nel 1988/89 e diventa protagonista nella squadra che in tre campionati passa dalla B all’Europa. Grazie alle prestazioni nel 1990/91 si guadagna la convocazione in nazionale. Dopo la retrocessione del 1995 rimane nel club e nel 2001 supera il record di presenze di Beccatini. Ha segnato 36 gol.
Arriva al Genoa nel 1990/91, qualche mugugno dei tifosi dopo un avvio non esaltante, ma si farà amare ed apprezzare per la sua classe e la sua tecnica. Specialista nei calci piazzati, sarà meno prolifico del compagno Branco anche se nella sua permanenza al Genoa, fino al 1998, si farà ricordare anche per questo gesto tecnico con cui realizzerà un gol nella sua ultima presenza prima di lasciare Genova per andare a giocare nel West Bromwich Albion.
Il fuoriclasse argentino arriva sotto la Lanterna nel 1946. Uno dei primi idoli del dopoguerra dei tifosi del Genoa, e sicuramente tra i giocatori più forti e tecnici che hanno indossato la casacca rossoblù: sarà subito amato dai tifosi per la sua classe sopraffina ed i suoi gol. Nonostante una buona rosa il Genoa non riuscirà, in quelle stagioni, a ritornare ai vertici del calcio italiano e lottare per l’agognata stella.
O’Rey di Crocefieschi, questo il soprannome del centravanti, inizia la sua carriera al Genoa dalle giovanili nel 1971. Dopo una prima stagione senza gol, diventerà uno degli attaccanti più prolifici della storia del Grifone. In A realizzerà il suo record di 18 gol in una stagione, che resterà imbattuto fino all’arrivo di Diego Milito. Storico il suo colpo di testa decisivo per la vittoria del derby nel 1977. La sua cessione alla Roma fece ovviamente imbestialire la tifoseria, che da tempo non aveva un beniamino così implacabile sotto porta.
Nell’estate del 1990, dopo l’ottimo mondiale disputato con la Cecoslovacchia, Tomas Skuhravy approda in rossoblù. Con Aguilera forma una formidabile coppia d’attacco che guida il Genoa al quarto posto nel 1991 ed alla semifinale di Coppa Uefa nel 1992. Celebri le sue esultanze con la capriola. L’affetto dei tifosi non mancherà neanche quando il fisico ed il rendimento non saranno più quelli dei primi tempi. Viene ceduto nel 1995, dopo qualche partita in serie B, allo Sporting Lisbona.
Pato, l’anatroccolo, arriva al Genoa neopromosso nel 1989. La sua corporatura, non certo da marcantonio, non gli impedirà di diventare un goleador e condurre il Genoa alla salvezza in quella stagione. L’anno dopo avviene la consacrazione: in coppia con Skuhravy segna 15 gol ed il Genoa si qualifica per la Coppa Uefa dove segnerà otto gol ed entrerà nella leggenda con la doppietta ad Anfield Road. Ceduto nel 1992 al Torino, i tifosi cercheranno di far rimanere l’attaccante in rossoblù anche con una raccolta di firme che purtroppo non avrà esito positivo
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